Tacchi a spillo o scarpe da ginnastica?
Ma sì, da piccole ci hanno fatto credere che Cenerentola fosse preoccupatissima di aver perso la sua scarpetta di cristallo.
Beh, ci hanno mentito, questa è la verità: la fanciulla aveva le vesciche ai piedi e avrà tirato un sospiro di sollievo dopo un’intera serata a ballare sui tacchi, abbracciata al suo principe azzurro.
Perché si sa, le scarpe col tacco, croce e delizia dell’universo femminile, fanno sempre il loro effetto e slanciano le nostre gambe oltre il possibile. Ma quando poi la serata volge al termine e le piante dei piedi prendono fuoco, piccoli crampi cominciano a coinvolgere le dita intrappolate nei sandali, tanto che il nostro sorriso può trasformarsi in una paresi facciale.
Cosa dunque ci spinge a sottoporci a questi meravigliosi strumenti di tortura chiamati tacchi? E quale sentimento di possesso si scatena davanti ad una vetrina che espone decolté da capogiro e sandali super sexy?
Le scarpe alte diventano due affascinanti archi in grado di tenere in equilibrio perfetto forme, design, curve e movimento, hanno un’incredibile potere seduttivo per il 64% degli uomini, regalano un’andatura sensuale e morbida, danno sicurezza e concedono centimetri alle “diversamente alte”. Pare invece che le ballerine, tornate così in auge negli ultimi anni, abbiano più che altro un potere “sedativo” sull’universo maschile. Così come anche le zeppe, adorate invece dalla maggior parte delle donne, perché uniscono sapientemente la comodità alla vertigine del tacco alto. E se nell’antica Roma le scarpe erano considerate un segno di condizione sociale, oggi rappresentano la nostra personalità.
Stivaletti e anfibi apparterrebbero alle personalità più aggressive, i sandali alti caratterizzerebbero donne allegre e disinibite, le zeppe apparterrebbero alle dominatrici mentre le sneakers rappresenterebbero le donne sicure di sé.
Il momento di maggior successo del tacco è legato sicuramente al secondo dopoguerra, periodo di rinascita e di creatività incredibile anche nel mondo delle calzature. Era il 1947 quando Salvatore Ferragamo, “il calzolaio dei sogni”, inventò una tomaia a filo continuo, costituita da un elemento filiforme trasparente di nylon con zeppa o tacco a forma di F., modello indossato dalla divina Marilyn Monroe. Questa creazione permise allo stilista di vincere il prestigioso Neiman Marcus Award, l’Oscar della Moda, assegnato per la prima volta ad un meraviglioso calzolaio. Nel 1957 Coco Chanel disegnò invece una scarpa all’avanguardia, in grado di seguire le esigenze della donna di quel tempo: una calzatura dal tacco di 5 centimetri, con il cinturino alla caviglia e frutto della combinazione di due colori: il beige per slanciare la gamba e il nero sulla punta per mimetizzare la polvere.
Sono trascorsi anni, mode e tendenze ma la storia d’amore che scoppia ogni volta tra una donna e un paio di scarpe si ripete da generazioni. E non conosce infedeltà.